Non ho avuto timore di una pettinatura non curata.
Non ho avuto paura di abbinare i quadretti ai pois,
di indossare i tacchi con grandi rosse labbra.
Non ho avuto timore di cadere dalla bicicletta.
Non ho avuto paura di assaggiare un nuovo piatto infornato dalle solite amorevoli mani.
Non ho avuto timore di un bacio proibito.
Non ho avuto paura di sentire ciò che circonda la mia anima,
liberandomi dal carcere corporeo.
Non ho avuto timore di smettere di piangere e di iniziare a commuovermi.
E ora che la sicurezza di un nuovo lunedì non sorge più in queste solite domeniche: io chiedo perdono.
Lo chiedo alle terre scaldate da gialle coperte,
che non ho camminato.
Chiedo scusa a te che appartieni ad un tempo che non mi è più concesso di ricordare.
Chiedo perdono alla mia faccia che ho riguardato sempre e solo dallo stesso specchio.
E’ un piacere leggere le tue poesie, e’ un momento di riflessione, di ritorno ai miei 20 anni, all’età in cui si capisce tutto in profondità, quando si vede l’orizzonte chiaro e si capisce che non ci saranno risposte e che a breve saremo gettati buttati nel reale che significa poi finzione e ruoli e immagini e ancora finzioni e costruzioni . Ora ci sto tornando, volente o nolente, ma con piacere perchè sapevo e speravo che succedesse.
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